Authentic Sardinia: The Magic of Barbagia

ITA:

La Sardegna più autentica si trova in Barbagia
what to see in Sardinia

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English

If the marvelous beaches and azure waters of Sardinia are reason enough to plan a trip, once you’re there, take some time to explore the region’s inner area, and especially Barbagia, where you’ll find the heart and soul of this magical island.

Barbagia is a vast mountainous region of central Sardinia (province of Nuoro), extending alongside the Gennargentu massif and other lower peaks. It is one of the least populated areas in Europe, dotted with tiny villages, where Sardinian language and its internal varieties are still spoken on an everyday basis, and cultural traditions persist. Examples include the Carnival masks known as Mamuthones, Thurpos and Merdules, whose origins go back to pagan fertility rites; the costumes are made with sheepskin and cowbells and the masks depict deformed or animal faces, to symbolize the contrast between good and evil; and the cantu a tenòre, a style of folk singing deriving from shepherds who used to gather and sing when they were away from home in the winter.

The name ‘Barbagia’ comes from Cicero, who described it as a land of barbarians (Barbaria in ancient Greek; in reality, this is where the Sardinians sought refuge from the attacks of the Carthaginians and Romans.

Notable villages include Orgosolo, known for its murales, wall paintings found all over town, depicting the local life and culture, but also making political claims. Orgosolo also has a story of bandits and kidnappers. Nature lovers shouldn’t miss the village of Gavoi, surrounded by the mountains and woods of Gennargentu, near Lake Gusana; it is also a Slow Food presidium for its Fiore Sardo pecorino cheese. Fonni, the highest town in Sardinia at more than 1,000 meters above sea level, is the gateway into Gennargentu hiking trails; and Oliena is famous for its wine, especially the Nepente, made with Cannonau grapes.

Italian

Se le meravigliose spiagge e azzurre acque della Sardegna sono ragione sufficiente per programmarvi una vacanza, una volta sul posto bisognerebbe dedicare un po’ di tempo anche all’esplorazione del territorio interno della regione, e in particolare la Barbagia, che rappresenta il cuore e l'anima di questa magica isola.

La Barbagia è una vasta regione montuosa della Sardegna centrale (in provincia di Nuoro), che si estende lungo i versanti del massiccio del Gennargentu e altre cime minori. È una delle aree meno popolate d'Europa, punteggiata da piccoli villaggi, dove la lingua sarda e i dialetti locali sono ancora parlati ogni giorno, e le tradizioni culturali sopravvivono. Ne sono esempi le maschere carnevalesche conosciute come Mamuthones, Thurpos e Merdules, le cui origini risalgono ai riti pagani di fertilità; i costumi sono fatti con pelle di pecora e campanacci e le maschere raffigurano volti deformi o animali, a simboleggiare il contrasto tra il bene e il male; altro esempio è il cantu a tenòre, stile di canto popolare che risale all’antica tradizione dei pastori di riunirsi e cantare insieme quando erano lontani da casa in inverno.

Il nome Barbagia deriva da Cicerone, che la descrisse come una terra di barbari (Barbaria in greco antico); in realtà, qui si rifugiarono i sardi che cercavano riparo dagli attacchi dei cartaginesi e romani.

Tra i villaggi più significativi vanno ricordati Orgosolo, noto per i murales, dipinti presenti dappertutto, raffiguranti la vita e la cultura locale, ma anche rivendicazioni politiche. Orgosolo è nota anche per la sua storia di banditi e rapitori. Gli amanti della natura non dovrebbero perdersi il villaggio di Gavoi, circondato dalle montagne e dai boschi del Gennargentu, vicino al lago Gusana; è anche un presidio Slow Food per il pecorino Fiore Sardo. Fonni, la città più alta della Sardegna a oltre 1.000 metri sul livello del mare, è la porta d'accesso ai sentieri escursionistici del Gennargentu; e Oliena è famosa per il vino, in particolare il Nepente, prodotto con uve Cannonau.

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